è che se ti danno un infelice paio di pantaloni di seconda mano (e ben vengano i vestitini di seconda mano, beninteso, ma jeans brutti, davvero brutti come questi io ne ho visti pochi, che anche la Pidocchietta quando le ho detto dai, vieni qui che li proviamo scuotendo sdegnata la testa ha risposto un secco no, no piace!)
Un sabato pomeriggio mentre la Pidocchietta fa il pisolone pomeridiano prendi spunto da un tutorial geniale, questo per la precisione
con le forbicine da unghie (in mancanza di forbicine da cucito, o da s-cucito come in questo caso) stacchi qualche centimetro di pizzetto bianco da una tua maglietta estiva acquistata anni or sono e che da allora langue intonsa nell'armadio con ancora il cartellino attaccato
tagli -zac zac- con le forbicione e un po' di patema d'animo, perchè dopotutto stai facendo a pezzi un indumento sì brutto, ma tutto sommato mica da buttare
ti piazzi alla macchina da cucire (quella che fu della suocera, e mai regalo fu più gradito)
speri che il santo protettore delle sartine improvvisate e autodidatte te la mandi buona
e li trasformi, così.
Poi la domenica viene a trovarti tua mamma e ti porta il ritaglio finale di una gonna di seta verde a fiori che forse la Comare riconoscerà (in quanto il gonnellone originale fu di quella miniera di vestiti di seconda mano ma praticamente nuovi, ovvero la moglie del vicino di casa dei genitori della Comare stessa e per renderlo portabile dalla nonna è stato necessario accorciarlo di un bel pezzo), e la striscia ritagliata diventa una freschissima e minuscola gonnellina estiva.
Et voilà. O forse sarebbe il caso di dire et volant.